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Specchi: un viaggio che parte dal VI millennio a.C. e, attraverso una lunga serie di immagini, arriva ai nostri giorni sul filo delle quattro dimensioni specularità/riflettenza/luce/colore. Inizio Cinquecento: Venezia crea uno specchio tecnicamente perfetto, di cui protegge per quasi tre secoli i segreti. La Persia ribalta modalità e valori, rivestendo di specchio enormi superfici esterne e interne dei palazzi, ma con piccole tessere che spezzano l'immagine come in un caleidoscopio, associate a madreperla, ceramica, oro e pietre dure. Tutto il Mediterraraneo ne rimane ibridato, da Palermo alla Toscana, alla Spagna, alle vetrate gotiche d'Europa. Un mistero da sciogliere: la quasi completa indifferenza delle culture - locali e non - a questo unicum mondiale che ancor oggi in Iran è tradizione viva. E la critica occidentale, se e quando ne fa cenno, mostra un sospetto di kitsch. L'ampio corredo di immagini comprende fotocolor originali, disegni e stampe di viaggiatori occidentali dal Quattrocento in poi e una selezione di immagini dall'album del fotografo reale Luigi Montabone (attivo tra il 1860 e il 1877, torinese) che iniziò alla fotografia lo shah Qajar Nasser Al-Din.